Anomalie, un omaggio alla musica tra passato e futuro, space-ballad e nostalgic pop

Anomalie, un omaggio alla musica tra passato e futuro, space-ballad e nostalgic pop

Dopo i singoli 10 Anni, una space-ballad dai toni caldi e delicati e 3 Cose un viaggio nostalgic pop verso un altro pianeta, arriva Anomalie l'affascinante spettacolo della fine di tutto. Il nuovo album disponibile da venerdì 10 marzo per Trident Music, in distribuzione Capitol Records/Universal Music Italy.

Anomalie è la storia di un viaggio diviso in tre capitoli attraverso canzoni e immagini diverse. Le immagini raccontate si trasformano attraverso la dimensione sonora, creando illustrazioni démodé. Mentre le storie raccontante sembrano parlare di una donna nel nostro presente, le figure descrivono uno scenario apocalittico immerso in un contesto fantascentifico: il tempo è il futuro e la donna di cui si parla è in realtà un pianeta, Venere.

La produzione sonora e la scrittura armonica del disco accompagnano l'ascoltatore indietro nel tempo, in un omaggio alla musica italiana. I brani mescolano la canzone napoletana e il jazz d'oltreoceano dei primi del '900, si evolvono abbracciando gli anni '60, Gino Paoli e i The Platters si incontrano per poi lasciare spazio ai Beatles e Paul Simon e ad una grezza versione del primo Funk Statunitese: propio qui la rotta si conclude temporalmente con le ballate indi-pop degli anni 2000, non prima però di scendere di qualche punto sotto l'equatore e mescolare la suadade brasiliana importata dalle grandi cantanti e cantautrici italiane degli anni '70, con la musica elettronica.
Anomalie è l'essenza della musica e della cultura del nostro paese, un recipiente folle e contraddittorio sempre in bilico tra eleganza, ignoranza, ironia e dramma.

 

"Anomalie è stato un processo individuale e aperto. Per creare questo disco ho cercato di fare un passo indietro rispetto ai meccanismi che sono solito percorrere, decidendo, innanzitutto, di non registrare assolutamente nessuna demo dei brani fino al giorno di inizio riprese. L’unico terreno di prova era lo strumento con cui stavo scrivendo.
La mia musica è nata assieme alle persone per cui provo stima e affetto, ha saputo rivivere della leggerezza con cui si scrive e si producono canzoni durante l’adolescenza ed ora non ha più un’appartenenza individuale ma collettiva. Non nutre frustrate aspettative verso se stessa perché è stata coltivata e annaffiata con moderazione e ha già generato i frutti per la sua auto-sostenibilità."


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